Maria Soresina ha esordito in campo letterario con questo libro su Dante Alighieri, nel quale sostiene la tesi che il Sommo Poeta aderisse alla religione dei catari. Ricordo che, quando ero all'Università, il Sommo Poeta era considerato un reazionario, un cattolico politicamente scorretto, un fallito come politico e come intellettuale. Di sicuro non doveva essere molto considerato se, anziché lui, era stato incoronato come grande poeta Albertino Mussato.
Dante era stato cacciato da Firenze con l’accusa di essere un barattiere ed ha vissuto ramingo per il resto della vita. Non era molto amato nelle curie ecclesiastiche, visto che non temeva di criticare i papi e gli ecclesiastici. Non solo, ma oltre agli eretici, ai bestemmiatori, agli adulatori e ai lussuriosi aveva messo all’Inferno anche alcuni di loro.
Tuttavia, in lui non era mai venuta meno “la reverenza delle somme sfere” (Inf. XIX 101). Per questo il cardinale Biffi ha detto che “Dante è stato un esempio ammirevole di connubio tra fede e libertà. Aderiva alla fede cattolica con autonomia di giudizio, svincolata da timore e condizionamento umano.“ Maria Soresina non è assolutamente d’accordo con questa tesi e lo dimostra nel libro indicato qui sopra.
Un anno, sua figlia Caterina, aveva deciso di fare un viaggio intorno al mondo e aveva saputo che a Londra c’era un’agenzia, la Trailfinders, che era specializzata nell’organizzare viaggi tailormade con dei biglietti molto convenienti. Mi ha chiesto se, nel corso di un mio viaggio nella capitale, potevo andarci a prendere informazioni sulle possibilità offerte.
Sempre desiderosa di aiutare, in un pomeriggio di libertà dalle mie ricerche per una guida di Londra che stavo scrivendo, mi sono recata alla sede di questa grande agenzia, che era lontana dalla mia residenza.
Purtroppo ho dovuto fare una lunga coda, ma alla fine mi sono state fornite in modo dettagliato le informazioni richieste sugli itinerari e sui prezzi. La sera ho ricopiato tutto in bella scrittura, con l’intenzione, una volta rientrata in Italia, di mettere i fogli in una busta e di spedirla a Milano, all’indirizzo di Maria Soresina.
Purtroppo tutto il mio zelante impegno è stato miseramente beffato. Avevo trascorso a Londra quasi un mese e, nel frattempo, la tariffa postale italiana era variata. Io avevo applicato sulla busta da spedire uno dei francobolli che avevo in casa. Ne tenevo sempre una riserva, dato che usavo spesso il servizio delle Poste.
Qualche giorno dopo, la mia busta con il suo prezioso contenuto di informazioni, che mi erano costate tempo e denaro, è tristemente ritornata indietro. Il portalettere ci aveva scritto sopra che la destinataria si era rifiutata di pagare la piccola multa che era prevista, respingendo il plico. Potrei capire questo atto se Maria non avesse conosciuto il mittente, ma lei mi conosceva bene, ero stata anche ospite a casa sua, quindi la cosa mi ha rattristata e, lo confesso, anche un po’ irritata.
Una volta Maria Soresina, parlando di un suo amico, mi sembra di Marina di Camerota o di quei pressi, mi diceva che, anche se era socio Servas, non sarebbe mai stato un viaggiatore perché lui era ‘uno ricco’. Non so se sia il possesso più o meno grande di beni materiali il discrimine fra l’essere un viaggiatore Servas oppure no, di sicuro in certi casi l’ospitalità offerta richiede una corta dose di spirito di adattamento. Spero che lui, in qualità di persona benestante residente in una casa con tutte le comodità, abbia almeno optato molti viaggiatori che si trovavano in Calabria..