Goodbye to the stereotypes
Quanti modi ha il Servas di abbattere gli stereotipi!
Avevo chiesto ospitalità per me e la mia amica americana ad un host residente a Verona, ma di nazionalità australiana.
Mi aspettavo un uomo alto ed aitante, come tutti gli australiani incontrati fino ad allora in giro per il mondo (non sono mai stata in Australia).
Quando è venuto ad aprire la porta un uomo piccolo e minuto, ho pensato che non fosse la persona che avevo contattato. E invece…
Anche se posso dire di non essere generalmente vittima di pregiudizi, in questo caso, per colpa dei film vedi ad esempio alla voce Chris Hemsworth e dei libri che ci hanno instillato l'idea che tutti gli uomini bianchi australiani siano 'powerfully built', mi sono resa conto di essere completamente fuori strada. Mi ha consolato il fatto che anche la mia amica Servas che vive a Londra mi ha detto che non aveva mai incontrato un australiano 'so small and tiny'….
Da allora però ho fatto in modo di non avere mai mai idee preconcette sulle caratteristiche considerate tipiche di un certo gruppo nazionale o di persone provenienti da un certo paese, come se queste fossero omogenee.
Mentre la mia amica ed io andavamo verso la casa di Giulietta - Shakespeare oblige! - ho visto su una bancarella questa cartolina con una scritta in esperanto. L'ho acquistata per via della scritta in questa lingua, lingua che era stata creata nel 1887 dal polacco L. Zamenhof, partendo dalle parole e dalle regole grammaticali di lingue diverse.
Nei primi anni della fondazione del Servas si era tenuti ad imparare l'esperanto, che permetteva ai viaggiatori di comunicare su un piano di parità, senza essere svantaggiati, come succede, ad esempio, dal fatto di trovarsi con cittadini inglesi facilitati dalla loro lingua madre.
Poi, purtroppo, come tutte le cose create a tavolino e non frutto dell’evoluzione e dei mutamenti storici e culturali subiti dalla società nel corso del tempo, si è persa. Peggio per chi non conosce le lingue!